La disfatta occidentale in Afghanistan rende tutt’altro che rituale il ventennale dell’11 settembre.
Sono sotto i nostri occhi gli effetti geopolitici della “guerra al terrore” dichiarata da George W. Bush all’indomani degli attentati alle Torri gemelle e al Pentagono, e condannata al fallimento dalle sue contraddizioni di partenza. E non sono affatto alle nostre spalle gli effetti nefasti di quella stagione sulle nostre democrazie, lesionate da norme securitarie e politiche xenofobiche.
L’11 settembre però non fu solo l’inizio di tutto questo. Fu anche l’epifania del mondo globale nato sulle ceneri del bipolarismo. E fu un trauma della mente occidentale che sprigonò molto pensiero critico e innovativo, a partire dall’ontologia femminista della vulnerabilità e dell’interdipendenza che ha ritrovato ragione e senso durante la pandemia.
Ne discutono venerdì 10 settembre Annalisa Camilli, Mattia Diletti, Bianca Pomeranzi
con Ida Dominijanni, autrice del volume edito da manifestolibri
2001. Un archivio. L’11 settembre, la war on terror, la caccia al virus
Sarà possibile seguire l’evento in diretta sulla pagina della Casa Internazionale delle Donne e sulla piattaforma zoom.
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