Femministe in piazza il 5 novembre a Roma per la pace. Appuntamento dietro il nostro striscione, in piazza dell’Esquilino alle ore 12.00, vestite di nero e con un fazzoletto bianco in segno di lutto.
Noi femministe ci saremo, con la pace, per la pace e contro tutte le guerre.
Perché la guerra contro l’Ucraina va fermata subito, perché vogliamo il cessate il fuoco e l’avvio di negoziati. Perché vogliamo disertare la guerra e crediamo che deporre le armi sia l’unica soluzione al conflitto. Basta morti, basta sofferenze. Basta aggressioni. Siamo e saremo sempre a fianco delle vittime. Siamo e saremo sempre con chi rifiuta la logica della guerra e sceglie la non violenza.
Noi femministe ci saremo perché vogliamo impedire l’escalation della guerra e il baratro del rischio nucleare, perché vogliamo che si blocchi la vendita e il traffico di armi che contribuiscono ad arricchire i soliti poteri, perché siamo contro il militarismo, il nazionalismo e l’aumento delle spese militari.
Noi femministe ci saremo per gridare contro l’orrore degli stupri che sono l’orrore di tutte le guerre, per urlare la nostra rabbia contro la virilità guerriera che porta la barbarie nella storia, perché rifiutiamo l’ondata di violenza patriarcale e bellicista che si sta diffondendo in Europa e nel mondo. Perché la violenza minaccia non solo i rapporti tra gli Stati e tra gruppi, ma tutto il sistema di relazioni umane.
Noi femministe ci saremo, perché siamo con le donne iraniane e afghane, con le donne ucraine e russe, con le donne palestinesi, curde, Sahravi e degli altri luoghi di questa “terza guerra mondiale a pezzetti”.
Noi femministe ci saremo, perché pretendiamo di essere coinvolte e avere voce, per essere sicure che la guerra non si ripeterà, perché sono le donne che nelle guerre pagano i prezzi più alti e sono le donne a conoscere le soluzioni più giuste, perchè scelgono la cura delle relazioni, della vita delle persone e del pianeta.
Noi femministe ci saremo, perché crediamo che la guerra e tutte le guerre siano evitabili, perché un altro mondo è possibile, perché “la guerra non ha il volto di donna” e perché vogliamo la guerra fuori dalla storia.
A dichiararlo sono le Case e i Luoghi delle donne